Soccombere o combattere?

Quando cambiare fa paura ma restare uguali fa male

Ci sono momenti nella vita in cui ci troviamo davanti a un bivio: soccombere o combattere.
Soccombere non significa solo arrendersi, ma anche rimanere immobili, lasciarsi trascinare dalle abitudini, dai pensieri ripetitivi, dal “non ce la faccio” o dal “ormai è così”.
È un modo sottile di abbandonarsi, di rinunciare a quella parte di sé che invece chiede evoluzione.

Combattere, invece, non è guerra.
È scelta, è movimento.
È quella forza silenziosa che nasce quando smettiamo di cercare la perfezione e iniziamo semplicemente a fare un passo.
Cambiare corpo, pensieri o abitudini richiede la stessa energia: quella di decidere che la vita che stiamo vivendo non ci basta più così com’è.

Molte persone, nei miei percorsi, arrivano con il desiderio di cambiare ma anche con la paura di non farcela.
E allora oscillano tra il voler reagire e il lasciarsi andare.
È un momento delicato, in cui la mente resiste e il corpo mostra tutta la sua stanchezza.
Ma è proprio lì, in quel punto di tensione, che può nascere il vero cambiamento.

Perché il cambiamento non è uno scontro da vincere.
È un processo da attraversare.
E ogni volta che scegli di non soccombere, anche solo rialzandoti dopo una giornata no, stai già combattendo nel modo più autentico possibile: con consapevolezza, presenza e fiducia.

Se anche tu senti di essere in quel punto di equilibrio fragile tra il mollare e il ricominciare, sappi che non sei sola. Ogni cambiamento inizia da una scelta: quella di credere che puoi farcela.

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